Il Workout delle feste – con Alice 1


Di Alice Porta

Va bene, dai. Quanto può essere difficile?
Ok che non sono allenata però non mi sembrano movimenti complessi, il tutto per un massimo di 45 minuti.
45 minuti che saranno mai? Suvvia.

 

 

Primo Step: 15 minuti di cyclette. Facile.
Madonna che palle pedalare. Certo che viene un caldo.
No dai, spingi ‘ste gambe e stai concentrata che in un attimo è fatta.
Come sono passati solo due minuti? Ma qui non si finisce più.
Ok fatto. La cyclette è andata, mi gronda la fronte, puzzo già come un camionista armeno ma è andata.
Secondo step: affondi indietro a gambe alternate.
Iniziamo.
No, cado e mi sfrangio il naso sul parquet.
Li faccio tutti prima con la sinistra e poi con la destra. Così ho più equilibrio.
Sai che c’è? Io mi appoggio a questa sedia. Certo che mia bisnonna è più atletica ed è pure morta da decenni.
Oplà, andata. Non sento più nessuna coscia.
Terzo step: sumo squat.
Più sumo che squat.
Uno. Crack. Era il ginocchio destro quello? Fingi di nulla, ignora tutto, libera la mente, concentrati sul corpo che lavora, sui muscoli che si tendono, sul grasso che scivola via… Crack. Andato anche il ginocchio sinistro, così siamo in pari. Tanto le ginocchia a cosa mi servono? Io scrivo per vivere e mica si scrive da in piedi.
Ma non doveva fare male il culo con gli squat? Io non sento male al culo. Non è che sto facendo male il circuito? Circuito. Che parola strana da usare. Come quelli elettrici. In effetti se ora venissi folgorata sarebbe una liberazione.
Dai dai dai. Sono solo degli esercizi. Cioè mi sono imparata tutta la normativa relativa ai contratti per esporla di fronte ad un assistente affetto da acne molto tardiva, e per questo incazzato, e non riesco a fare 30 squat? Per cortesia!
Oh! Finito dai.

 

 

Quarto step: ora addominali con gambe tirate su e le braccia che cercano di toccare i piedi. Come no.
Ah eccolo il male al culo. Viene dopo. Mica te lo spiegano questo. Pensa quante cose si imparano sul dolore fisico inutile.
Intanto mi sdraio. Dov’è il tappetino? Dovevo organizzarmi prima. Ora perdo preziosi secondi, si rovinerà tutto il lavoro fatto? Tutto il grasso espulso tornerà subito indietro? Veloce, Alice. Prendi il tappetino, stendi il tappetino, togli la gatta dal tappetino; sistema il tappetino, stenditi in terra, togli la gatta dal tappetino, disinfetta i graffi, chiudi fuori la gatta, tira su le gambe, tira le su braccia, sguardo al soffitto e via!
E su! E su! E su!
Ne devo fare cinquanta?? No vabbè è follia.
Mi trema tutto. La pancia ha vita propria, ora mi ci esce un Alien.
Concentrati e conta. Respira per bene.
Non fa male – non fa male – non fa male – Paio Rocky.
Mi dolgono parti del corpo che non credevo di avere.

Quinto Step: Ora slanci con la gambe in alto e di fianco mentre si sta a pecora e poi un minuto di corsa sul posto mentre sei appoggiata ad un tavolo. Se c’è una valenza erotica in tutto questo io personalmente non la vedo.
Ho la schiena bagnata, il culo che si arriccia da solo, le cosce in poltiglia, i polpacci cantano e sono anche stonati , gli addominali che tremano.
Ora ripetiamo il tutto per altre due volte e chiudiamo in bellezza con 15 minuti di cyclette.
In bellezza. Lo ha detto davvero. Questa gente non è sana, è evidente. Come può allora insegnarci ad essere sani? Può un insano insegnare la sanità? Se qualcuno riconosce oggettivamente i propri limiti, quindi il suo sguardo diventa oggettivo, può istruire gli altri a non averli? Oppure dovrebbe tacere e basta poiché razzola male?
Interessante questione filosofica.
Ci rifletto mangiando una fetta di pandoro, che ci ho un calo di zuccheri.

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