Il voto disutile


di Alice Porta

I più recenti dati Ipsos danno il Pd come primo partito d’Italia: al 20,8%.

Complimenti Pd, complimenti.

Però ci sono da valutare un altro paio di dati: il 20,5% di Fratelli d’Italia e il 20,1% della Lega che uniti a Forza Italia portano il Centro Desta quasi al 50%.

Ricordo benissimo il Pd  martellare senza sosta  sulla necessità di fermare il fascismo: proclamandosi come l’ultima avanguardia contro le Destre. Programmi elettorali basati sul minimo indispensabile, spesso e volentieri intorno a candidati impresentabili, che dovevano essere sufficienti in quanto “unica alternativa solida abbastanza” contro il fascismo che avanza.
E intanto il Centro Destra si è rafforzato.
In tutto questo sorprende davvero Giorgia Meloni.
Fa sorridere amaro che sarà un partito di Destra, anzi della destra più vicina al Fascismo storico, a consegnare la prima Prima Ministra donna alla storia d’Italia. Giorgia Meloni ha raccolto il rimasuglio di un partito e lo ha portato dall’1.9% al 20% in appena 8 anni. È riuscita a parlare alla gente, certo denigrando ma riuscendo a portare consensi al suo programma che, per quanto reazionario, è netto e ben comunicato. Giorgia Meloni non scende a compromessi di sorta e i suoi elettori, senza badare troppo a numeri e senza cercare una Grande Uomo al comando, l’hanno seguita e votata.
Dovrebbe essere una bella lezione per la nostra Sinistra.
Invece il Pd e i suoi elettori stanno lì, a fare i bei discorsi sul veterocomunismo, a canzonare una Sinistra che non esiste più, arrampicarsi sui vetri del “voto utile” spacciandolo per eroico e cercando allo stesso tempo di combattere il (neo)fascismo che avanza con l’ambiguità politica, con il cerchiobottismo elettorale e le grandi alleanze parlamentari.
Un piano geniale.
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