Come ho smesso di pagare il bollo


Di Gabriele Moretti

Ho venduto la moto.
Ci son voluti sei mesi, tra contrattazioni con i miei connazionali che chiedevano il 75% di sconto perché la usano solo la domenica (come se a me me ne potesse fregare qualcosa, quando l’hai pagata la puoi anche tritare), mi volevano dare indietro un favoloso Apecar incidentato, la volevano prendere, portare a casa, provarla e SEMMAI pagarla…
Insomma, alla fine c’è voluto un ungherese con un nome che è tutto un programma (Attila) per vedere qualche banconota da cento. Non ha chiesto un euro di sconto e, anzi, stava per darmene una in più ma l’ho bloccato. Senti che demente.
Pagata, caricata sul camion, saluti e baci.
Mi manca, eh. Era la mia compagna di avventure dal 2006, abbiamo vissuto bei momenti assieme. Ma da quando ha iniziato a costarmi mille euri all’anno per stare sostanzialmente ferma 10 mesi, vada a̶ ̶t̶r̶o̶n̶c̶a̶r̶s̶e̶l̶o̶ ̶n̶e̶l̶ ̶c̶u̶ ad allietare l’estate di qualcun altro.
Perché in Italia avere una due ruote è un lusso, anche se la usi un giorno all’anno. Ma mica un lusso come possedere uno yacht intestato a una società di comodo con sede in Lussemburgo, no… Uno di quei lussi da poveri disgraziati che ogni volta che lanciano il dado finiscono in Viale dei Giardini con sei alberghi e gli tocca fare un mutuo per starci un turno.
Alla fine ci ho fatto mille e duecento euro su un valore di quasi quattromila. Ci ho ripreso assicurazione e bollo dell’anno scorso, praticamente. A volte mi veniva la tentazione di arrotàre un pajo di passanti per usarla un po’, quella cazzo di polizza. O di sgassare come un forsennato ai semafori per giustificare l’enorme sovrattassa della classificazione Euro 0. Sì, la mia moto era ad altissimo impatto ambientale, essendo del 2001 quando ancora la benzina era buona anche da bere e nessuno se ne batteva i coglioni di salvare il Pianeta. Mica come quei bilici enormi 14.000 di cilindrata che con un litro di nafta fanno 300 metri. Peggio. Percui lo Stato me la tassava di 300 euro in più di una moto prodotta l’anno dopo.
Ma la passione per le due ruote passa sopra a questi dettagli: il centauro paga ma gode. Gode tantissimo. Un po’ come uno che va a troje, via.
Ora la mia moto se la godrà un ungherese, là dove non serve neppure la targa per viaggiare. Figurati il bollo o l’assicurazione. Son mica civili come noi italiani, che paghiamo 360 euro di bollo coi quali poi lo Stato va in orbita e succhia la CO2 in eccesso, sputandola poi nello spazio profondo.

 

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