Il terrorista & il Vernacoliere 2


Ogni volta che si parla dell’ISIS la memoria non può che tornare a Charlie Hebdo, la rivista satirica francese che fu vittima d’un sanguinoso attentato. Ora, tastandosi bene bene ‘oglioni, ma ve lo immaginate se un terrorista avesse provato a farlo al Vernacoliere? Innanzitutto all’aeroporto di Pisa gli avrebbero smarrito la valigia coi kalashnikov dentro:

– “Scusi, il trolley?”

– “Gaò… ce n’è un monte.”

– “Sì, ma il mio?”

– “So una sega, s’accomodi che ci vòle tempo.”

– “Veramente avrei fretta.”

– “O dove deve anda’ così di volata? Alla sagra del baccello di Peccioli?”

– “Veramente dovrei andare a Livorno.”

– “Allora tranquillo che lì furia ‘un ce n’ha nessuno. Senti, fai ‘na ‘osa Ciccio, ner frattempo che aspetti vatti a fa’ la foto mentre reggi la torre.”

Il terrorista esce dal Galilei, incazzato nero e monta su un taxi. Il tassista lo squadra bene bene, capisce ch’è straniero e per arriva’ in Piazza dei miraòli gli fa fa’ ir giro da Navacchio, Cascina, Pontedera e lo porta anche a tegami a Migliarino.

– “Sarebbero dugentoventitré euri.”

Il terrorista paga, scende, inizia a piovere. Come per magia compaiono settecento venditori d’ombrelli, ne piglia uno orribile con stampata sopra la cattedrale, il vento glielo tronca in venticinque secondi. Per riparassi entra in un locale.
Sulla guida di Livorno su cui s’è preparato aveva letto del cinque e cinque, sicché va al banco per ordinarlo ma il gestore -essendo pisano- gli urla che si chiama cecìna e per dispetto lo lascia digiuno.
Allora esce e entra in un bar, chiede un ponce e lì è la volta che le busca proprio.
Il terrorista, bagnato mézzo, affamato, senza più valigia né vaìni e sciancato da’ picchi c’ha preso inizia a pensare che tutto sommato l’attentato era meglio fallo a Pisa. Qualcuno lo vede in terra, lo raccattano e lo portano a Cisanello, lo ricoverano d’urgenza e in camera l’uniche du’ ‘ose da legge’ che ci trova sono il vangelo e il Vernacoliere, sicché dé, sceglie il secondo (anche se fa più ride’ il primo) e principia a sfogliallo. Dopo le prime cinque o sei pagine si rende ‘onto che i pisani stanno sul culo anche a lui e fa l’abbonamento.

Nel frattempo pare che gli abbiano ritrovato la valigia, lui controlla ma unn’è mìa la sua, gnel’hanno scambiata cor un’artra piena di modellini della torre, che non sarebbe nemmeno un problema se non fosse che ora c’è uno che vende kalashnikov a dieci euri in Piazza dei Miracoli.

 

© Ettore Ferrini, Il Vernacoliere

 

 

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