di Ettore Ferrini
All’indomani delle elezioni, come sempre, son fioccate le dichiarazioni più divertenti ma viviamo un tempo così veloce che in poche ore paion già vetuste. E allora facciamo un po’ d’ordine, partendo magari da Renzi, il quale ci ha tenuto a precisare subito che non tornerà mai col PD, il che è strano perché generalmente sul luogo del delitto gli assassini ci tornano sempre.
Ma soprattutto, lo statista di Rignano, ha detto una frase emblematica: “la destra italiana non è fascista”, forse perché su quel tipo di destra ambisce al copyright, e comunque non è che lo ha dichiarato a un giornalino d’uncinetto eh, no no, è andato fino alla CNN. Ora voi immaginatevi questi qui, che si son visti arrivare Renzi, uno che voleva abolire il senato, rendere quasi impossibili i referendum e dare il premio di maggioranza a chi ci aveva carte, denari e settebello che gli fa: “calma, questi non sono mica pericolosi, sono solo un pelino più a destra di me”. Dé, allora tranquilli, tutto liscio come l’olio. Di ricino. Capitan Padania invece, reduce da un certo ridimensionamento dei consensi, la prima cosa che ha detto è stata: “mai avuta così tanta voglia di lavorare”, il che sembrerebbe una bella notizia, perché alla sua età non è nemmeno facile trovare qualcuno che ti pigli. C’è stato anche un momento in cui si parlava di “Salvini all’agricoltura”, ecco, a zappare in effetti ce l’avrei visto bene. E poi c’è lui, l’immancabile Cavaliere, che risultati alla mano ha detto: “sarò il garante della Meloni a livello internazionale”, e viste le figure di merda che ha fatto in giro per il mondo negli ultimi trent’anni, sarebbe bastato dirlo prima delle votazioni e un 10% in meno lo pigliavano di sicuro. E invece lo dice ora, capito? Già me lo immagino in Marocco a dire che la Meloni è la nipote di Mubarak, però ossigenata. Poi chi c’è? Ah già, Letta. Me n’ero quasi scordato da quanto è importante. Lui non ha azzeccato nulla, ma nulla eh, nemmeno la montatura dell’occhiali che dev’esse’ la stessa di quando andava alle medie e ‘un se l’è levata nemmeno per dormi’. Cos’ha detto? Che è stato “vittima del fuoco amico”. Ma perché, Letta ci avrebbe degli amici? No perché se considera ancora amico uno come Renzi, dopo tutto quello che gli ha fatto, ci ha da farsi controlla’. E mica solo dall’ottico.
Di Maio, trombato, ha chiesto di ricontare le schede, si vede che quelle vuote le considera sue, ma non è l’unico VIP a restare fuori, c’è anche la Azzolina per esempio, che dice tornerà a scuola. Non s’è capito bene da quale parte della cattedra. Calenda invece è contento, dice che ha una base solida – e infatti Renzi è noto per essere fedele ai progetti cui aderisce – e soprattutto che ha un elettorato di giovanissimi, insomma, quelli che si fumano le canne e ascoltano la trap. Un target perfetto, perché la mattina sanno una sega di cosa gli hai raccontato la sera prima. Questo per fare un po’ il punto della situazione prima che si insediasse il governo. Perché allora, forse, c’era ancora da scherzare. Ora a vedere la Santanchè al turismo tutto mi viene meno che da ridere, perché tutta quella plastica in mare può essere pericolosa. E ‘sto casino per colpa dei soliti stronzi che nella scheda elettorale hanno messo la classica fetta del salame. Solo che stavolta era ungherese. (Tranquilli, questa battuta non la capiranno mai).