Il Leghista 3


di Ettore Ferrini

Il leghista si alza la mattina e va a lavorare, spesso fa un lavoro inutile, tipo andare di notte a caàre sull’uscio a qualcuno e poi pulire prima che si svegli, però lavora. Perché l’economia deve girare. Che poi era quello che sosteneva Keynes, ma lui sa una sega chi fosse Keynes perché per saperlo bisognerebbe saper leggere e il leghista non ha tempo per queste cazzate.




Se poi gli diceste che questa teoria si applicava nell’ex unione sovietica gli andrebbe il cervello in overflow, perché -si sa- quelli son comunisti e hanno rovinato il mondo. L’importante è lavorare, altroché, leggere e studiare non serve. E lo pensa davvero. Mica ci arriva a capire che tutti i mezzi meccanici o tecnologici che utilizza sono il frutto di vite intere dedicate allo studio e non gli dite neanche questo sennò gli esce il sangue dalle orecchie. Il leghista molto spesso è meridionale o meglio ex-meridionale e un po’ se ne vergogna. Nelle discussioni politiche cerca di cancellare metà del suo albero genealogico; operazione assai rischiosa risalir le generazioni, c’è la concreta possibilità di incontrare ad un certo punto addirittura dei negri. Lui, quelli, li chiama zulù. E anche stavolta sa una sega cosa siano gli zulù o cosa sia stato l’apartheid, perché per saperlo bisogna aver letto qualcosa che non sia la Gazzetta dello Sport. E allora s’indigna con quei disperati che arrivano coi barconi, non è tollerabile che qualcun altro faccia quello che ha fatto lui (o suo padre) pochi anni fa. Un migrante è colpevole, così, a prescindere, a meno che non sia il cugino calabrese per il quale ha trovato un bel lavoretto in nero te-intanto-vieni-su-che-poi-una-sistemazione-si-trova-conosco-uno-che.
Gli africani sono il male assoluto, le badanti rumene che asciugano la bava a Bossi un po’ meno, ma i negri sono proprio la rovina, sono i responsabili del buco dell’ozono, della strage di Ustica, del caro benzina, della stempiatura di Salvini, della cellulite, del rigore per l’Atalanta che c’era e si vedeva benissimo, ci vogliono perfino togliere i crocifissi, iocàn. E poi c’è l’Euro. Ah, l’euro! Se si tornasse alla lira saremmo tutti più ricchi, che poi è come dire che cambiandosi la data di nascita sui documenti si tromberebbe come a vent’anni. (Io, per dire, non sono d’accordo, a vent’anni trombavo poco e male.) Il leghista è così, e non lo cambi, nemmeno se hai tenuto lo scontrino.

 

 

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