Ce lo meritiamo Lino Banfi 4


Il M5S non è un partito, è più un segno dei tempi: un evento perfino ovvio, dovevamo aspettarcelo. C’è un virus in questo paese, che è stato per vent’anni in incubazione, e adesso che è esploso c’è poco da inventarsi. I talenti veri, cantanti e ballerini, che prima erano seri professionisti, son stati pian piano sostituiti da incapaci, privi di qualsiasi titolo e competenza a gareggiar fra loro per stabilire al fine chi sia il meno impedito. E a giudicarli mica una giuria di addetti ai lavori, macché, un manipolo di altrettanto improvvisati personaggi, che sanno di arte quanto me di fissione nucleare. Stessa sorte è capitata ai giornalisti, rimpiazzati da blogger improvvisati e opinionisti di questa fava. Sempre più persone, ed era prevedibile, si son sentite dunque autorizzate a discettare d’ogni branca dello scibile umano, mettendo in dubbio perfino verità granitiche come l’olocausto, l’attentato dell’11 settembre, l’efficacia dei vaccini, i più arditi sono giunti a dubitare anche della sfericità della Terra. Capirete che la politica non poteva fare eccezione, anche perché i politici non sono alieni a questo imbarbarimento culturale, in quest’humus ci son cresciuti e ci sguazzano come gli altri. Il compagno di banco un po’ imbecille, quello che al liceo ti faceva vedere su YouTube che Verdone è un rettiliano, è un attimo che lo ritrovi sottosegretario. L’inettitudine di questi personaggi, già ampiamente dimostrata a Roma, a Torino e pure qui a Livorno, però non ci bastava: dovevamo ufficializzare di fronte al mondo – o quantomeno all’Europa – che siamo degli imbecilli ma soprattutto che siamo fieri e orgogliosi di esserlo. In quest’ottica va visto il divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici e anche la nomina di Lino Banfi come ambasciatore dell’UNESCO che infatti come prima cosa ha dichiarato: “le commissioni sono fatte con persone plurilaureate ma io voglio portare un sorriso ovunque. Il mio sogno è di vedere sorridere anche mentre si fa politica”. Esternazione in perfetto stile grillino. Ma sì, chi se ne frega delle qualifiche, a chi importa se esistono migliaia di giovani più adatti e competenti per ricoprire quel ruolo? Le future candidature alla lista del patrimonio mondiale facciamole decidere a un comico (anzi, un ex-comico) così, a caso. In barba alla tanto sbandierata “meritocrazia” in campagna elettorale. Ce lo meritiamo Lino Banfi. Ce lo meritiamo.

Ettore Ferrini




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4 commenti su “Ce lo meritiamo Lino Banfi

  • Fabiola

    Credo che tu abbia espresso al massimo livello la verità in cui viviamo, ma quando finirà, quando il popolo italiano (non dico tutto) si sveglierà? Se non abbiamo toccato il fondo cosa faranno ancora ?

  • Riccardo

    Mi sembra che anche voi non siate esenti da quella logica che tanto additate. Ciò che dite è vero ma solo in parte secondo me. Credo che vi siano, in Italia, fior di cervelli che ogni giorno portano avanti questo Paese. Semplificare tutto prendendo ad esempio ciò che accade in politica mi sembra riduttivo. Forse, e ribadisco forse, se gli italiani si fossero interessati prima di chi andavano a votare, di come e dove le classi dirigenti portavano il Paese. Se avessero capito che la raccomandazione, che il piccolo privilegio, che il fare le cose fottendosene delle regole prima o poi ci avrebbe portato alla situazione in cui siamo, magari il povero Banfi l’avremmo dimenticato già all’inizio degli anni ottanta. Gli Italiani hanno il peggiore dei difetti che una nazione può avere: non si sentono un popolo ma degli individui su di uno stesso territorio. Il che può avere dei vantaggi quando si parla di ingenio e creatività, ma quando bisogna fare squadra non porta da nessuna parte. Gli Italiani si meritano questa classe dirigente ma non tutti. Ieri sera ho avuto occasione di verificare che non tutto è perso. Durante la trasmissione “Presa Diretta” è stato intervistato un imprenditore calabrese che produce il famoso Pecorino Calabrese e che ha fatto della sua azienda un esempio di impresa. La filosofia che lo anima è quella di fare in modo giusto le cose. Fare profitto facendo fare profitto perché se gli altri non ci guadagnano a lavorare con te significa che li stai sfruttando. Allargando questo principio ad altri campi, potremmo anche pensare di risolvere il problema dell’immigrazione dai paesi meno sviluppati economicamente.