Un grande passo in avanti


UN GRANDE PASSO IN AVANTI

di Ettore Ferrini

Questo 2018, che si è aperto con la sparatoria di Macerata in cui rimasero feriti 6 immigrati, non ha mai smesso di dispensarci episodi di violenza contro gli stranieri. Dal senegalese ucciso a Firenze fino a Soumayla Sacko, il sindacalista maliano freddato con un proiettile in testa a Rosarno.




Poi fu la volta dei due ragazzi mitragliati con pistole ad aria compressa a Caserta mentre gli aggressori inneggiavano a Salvini, e ancora lo chef Bouyagui di Napoli, un piombino nello stomaco per lui, ed episodi simili accaduti a Forlì, a Latina, A Vicenza. A Roma perfino una bimba rom di 13 mesi è stata colpita da un proiettile alla schiena mentre era in braccio a sua madre e ad Aprilia un marocchino è stato ammazzato letteralmente a pugni e calci.

Nonostante ciò il governo ci rassicura che il razzismo non c’entra niente; e questo mentre si picchiano minorenni in attesa del pulmino a Partinico (Palermo) o si crea la mensa per soli bimbi ariani a Lodi. Il sigillo a questo primo anno di apartheid pentafelpato giunge con lo sgombero del Baobab a Roma, un presidio umanitario vicino alla stazione Tiburtina. Duecento persone che adesso non hanno più un tetto – per quanto precario – sotto al quale ripararsi, che non hanno più un letto, che non hanno più nessuno che li possa aiutare anche soltanto con i vari documenti da compilare, che spieghi loro quali diritti hanno. Alla richiesta di aiuto, di umanità, di inclusione, il governo risponde con le ruspe e gli agenti di Polizia, mandando un messaggio inequivocabile in un clima di grande tensione sociale. Però senza quelle baracche adesso Roma è un luogo più sicuro, di più, l’Italia intera ha fatto un grande passo in avanti. Verso il fascismo.

 

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