Pensavo fosse amore … invece era un cliché 1


di Alice Porta

Avevo promesso di non commentare acidamente la giornata di oggi. Non penso di mantenere la promessa. O meglio: parzialmente si, nel senso che non dirò la mia opinione circa San Valentino (perché alla fine ‘sticazzi, festeggiare è soggettivo) ma non posso non notate che, dé, è la fiera del luogo comune più antiquato e deleterio possibile.




Il fatto è che io pensavo che fossimo tutti uniti in una lotta al sessismo (trasversale) e al patriarcato; pensavo che i femminicidi e gli omicidi del partner ci avessero convinto che qualcosa nei rapporti intimi deve cambiare, che un certo cliché di possesso&romanticismo debba essere abbattuto. Mi rendo conto che non è così e – perdonatemi – ma è da stamani che non vedo altro che post, meme e immagini che mi fanno accapponare la pelle.
Lungi da me entrare nelle camere private degli altri e dir loro come devono comportarsi o sentirsi in totale libertà ma una riflessione è d’obbligo, soprattutto se poi gli altri 364 giorni dell’anno ci si fa portabandiera di diritti&parità. Ecco quindi un piccolo (e non richiesto) vademecum logico e coerente per San Valentino:

– la donna amata va festeggiata non in quanto sposa o moglie o madre ma in quanto amante, participio presente del verbo amare. Perché quello di “colui/colei che ama” è l’unico ruolo privo di ogni contesto sociale e funzionale (vetusto)
– l’uomo amato va festeggiato e non minacciato circa i suoi rapporti con altre donne, amiche o colleghe. Non è nemmeno particolarmente romantico parlare di mail aperte di nascosto o cellulare da spiare. La gelosia, sebbene naturale, è sempre e solo negativa, non è una forma d’amore.
– L’amore è libertà e non possesso. La persona che amate deve ricambiarvi perché gli va non perché gli fate paura o perché si sente in dovere.
– Il sesso anale e qualsiasi altro tipo di sesso non è un regalo che come donne concediamo all’uomo. Il sesso è piacevole per entrambi e se non lo è allora è una costrizione per cui smettete di farlo subito.
– Le donne come gli uomini non sono più simpatici, più affabili o più calmi se fanno sesso: la serenità di una persona non deve e non può dipendere dalla disponibilità coitale di chi gli sta intorno.
Ripeto che ognuno può essere libero di dire e fare quello che vuole nell’esercizio della sua libertà e nel rispetto di quella altrui, occorre però ricordarsi che tutto ciò che facciamo crea un humus culturale che permette il cambiamento o la stasi delle cose. Non ha senso dire “ma è solo un giorno ed è una tradizione! Due frasi sceme che gravità potranno mai avere?” Questa è la tipica scusa dell’essere umano pigro, che vuole i cambiamenti senza mai cambiare. Le cose migliorano perché noi miglioriamo quotidianamente, non perché qualche legge ci piove dall’altro (e se non piove –> morte al politico); le cose cambiano anche in giornate come oggi: tradizionali, certo, ma anche ottime occasioni per amarci senza portarci dietro inutili, antiquati e pericolosi cliché.
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