Gesù in: Il figliol prodigo


di Manuel Cerfeda

Luca 15,11-32, Alfiere in f7, Re in e7, Cavallo in d5, scacco matto.

Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: “Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta: questo è l’IBAN.” E il padre divise tra loro le sostanze.

Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano (Bibbona) e là sperperò le sue sostanze fra videopoker, alcoolici, tegami e abbonamenti a Panorama.



Quando ebbe speso tutto, fu cacciato a pedate sulle vertebre lombari dall’hotel di lusso dove alloggiava. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, più verso Pisa, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.

Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava, e se provava a levarle ai porci rischiava di lasciarci una falangetta. Allora rientrò in sé stesso e disse: “Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza, tempo indeterminato con tredicesima e TFR e io qui muoio di fame!Mi leverò di culo da qui e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ti restituisco la Visa, tanto sul conto non c’è più nulla. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Capace se la beve.” Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse:” Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.” (E questa mi pare di averla già letta).

Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Magari prima lavatelo che puzza di stia, senti lì che sito. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. Anzi, quale vitello, uccidete il più bel porco. Dio sia lodato!” E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica di David Guetta; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: “È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il maiale grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.”

Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai una capretta per far festa con i miei amici, non mi presti neanche quella Panda di merda pe’ anda’ in discoteca. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi come ben sai dall’estratto conto, per lui hai ammazzato il porco grasso.”Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre stato qua e con qualcuno me la dovevo pur prendere; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».




Il figlio maggiore allora disse: “Ah, tutte ‘ste cose t’ha raccontato e ci hai pure creduto! Era morto, s’era perso…”.

Dopo non molti giorni, il figlio maggiore, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano (Collesalvetti) e là sperperò le sue sostanze fra briscole e tressette, droga, tegami e abbonamenti all’Avvenire.

Quando finì i suoi averi partì e tornò da suo padre. Quando il padre lo vide gli disse “Ciao, tu qua stai?”. “Ma padre, ho perso tutto e sono tornato da te, sono morto ecc. ecc., non festeggiamo?”.

Allora il padre chiamò i servi con voce gioiosa e disse loro “Chiamate il pronto pizza per stasera.”

Sempre sia, l’ho dato.

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