Jessica Polo, consigliera comunale leghista di Varese, si trasferisce a Bruxelles. Insieme a lei c’è Paolo Borchia, eletto deputato alle ultime Europee. Si fa un gran parlare di loro nelle ultime ore perché si son visti negare l’affitto di un appartamento in quanto leghisti: “La nostra è una casa di sinistra dove le opinioni politiche contano molto”, ha scritto la proprietaria. Ovviamente c’è già chi parla di razzismo nei loro confronti, di discriminazione e hanno ottenuto perfino la solidarietà pubblica del ministro Fontana, quello contrario alle unioni civili, alle interruzioni di gravidanza, nonché al divorzio e convinto che i gay vogliano “dominarci e sterminarci“.
Perché non si può parlare di razzismo così come avviene per chi nega un servizio, per esempio, a un africano? Per una ragione assai banale: neri non si sceglie di esserlo, leghisti invece sì. Di dar fuoco ai pagliericci degli immigrati come ha fatto Borghezio, infatti, lo si sceglie. Invitare la gente a sparare agli africani “come ai leprotti” (Gentilini) lo si sceglie, e anche definire orango la Kyenge come ha fatto Calderoli, è una scelta. Vale lo stesso per la proposta dei vagoni per soli italiani (Boso) o la metro per i soli milanesi (Salvini), ed è una precisa scelta anche buttare le coperte dei clochard come ha fatto il vicesindaco di Trieste. Questo è esattamente il concetto di razzismo: discriminare qualcuno in base a ciò che non può scegliere di essere. Il punto è che se un leghista capisse questo pur semplice ragionamento, smetterebbe di essere leghista. Si può allora parlare di discriminazione? Neanche. A ben vedere esistono locali, ma anche datori di lavoro, che selezionano in base a parametri estetici, generalmente relativi all’acconciatura o all’abbigliamento (mi è capitato personalmente, proprio in Padania, un locale notturno con cravatta obbligatoria), così come ci sono serate per soli uomini, per sole donne, per sole coppie. Ecco, la signora non vuole in casa propria dei razzisti, e mi pare che sia una ragione ben più valida che non l’assenza di una cravatta. Può, seriamente, un partito nato per dividere la nazione (Lega Nord per l’indipendenza della Padania) appellarsi a quella Costituzione che all’articolo 5 definisce l’Italia “unica e indivisibile”? No, non può, però lo fa e ci sono milioni di persone, spesso del Sud, pronte a difenderlo. Ma poi, perché state andando a Bruxelles? Non eravate contrari ai migranti economici? Mica state scappando da una guerra. Almeno non per il momento.
Ettore Ferrini
tutto,ma un leghista in casa nooooo,non me lo potete chiedere
Ricordiamoci BENE questo concetto qui nell’articolo non solo quando fa comodo alla sinistra….di religione ebrea o cristiana o musulmana si DIVENTA grazie agli indottrinamenti di queste religioni patriarcali misogine e distruttive, non ci si nasce! Non si può parlare né di razzismo né di discriminazione, non solo per i validissimi motivi esposti in questo articolo seppur satirico, ma anche per la natura di queste religioni come ho detto sopra distruttiva e misogina. Essere contro queste religioni che considerano la donna e la terra di “proprietà ” è un DOVERE di ogni essere umano con un briciolo di amor proprio e di amore per la terra
“Questo è esattamente il concetto di razzismo: discriminare qualcuno in base a ciò che non può scegliere di essere. Il punto è che se un leghista capisse questo pur semplice ragionamento, smetterebbe di essere leghista. Si può allora parlare di discriminazione? Neanche”
Non si può scegliere essere neri o bianchi, ma si può scegliere se stare dentro la legge o se starne fuori!!!!!! E il 90% degli immigrati viene qua per non rispettare né le leggi, né le nostre regole, né noi Italiani.
Estendere le parole e le azioni di alcuni a un’intera comunità (in questo caso politica) e a un’organizzazione è un’operazione molto pericolosa e potenzialmente foriera di volenza indiscriminata. Non credo che sia rintracciabile un solo documento ufficiale della Lega – certamente non il suo statuto – che possa anche lontanamente richiamare al razzismo. Borghezio e Calderoli, mi pare, sono stati condannati per le parole espresse, come individui e non potrebbe essere diversamente. Altrimenti è un attimo tornare al “non si affitta ai meridionali” giustificandolo per esempio col fatto che alcuni merdionali sono mafiosi (ed è una scelta esserlo) o perché si presume che gli standard di igiene e pulizia domestica dei meridionali -tutti!- siano più bassi o il loro rispetto delle regole di civile convivenza e rispetto delle regole condominiali lascino a desiderare. Ad ogni modo, in questo caso la discriminazione non è razziale, ma politica. Infine, la Costituzione è un pezzo di carta con delle regole fondamentali scritte 70 anni fa. Ci sono parti immodificabili e altre che possono essere modificate (e lo sono state) con procedure speciali, ma certamente può essere discussa, se ne possono condividere alcuni articoli e altri No. Qual è il problema? Ma scherziamo?
“Ancora si parla di “profughi”‘: altre le persone, altri i termini del dramma. Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune, non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi.”
Quindi visto le parole qua sopra non si deve affittare neppure a chi è di sinistra perchè discrimina e perchè non conosce neppure la propria storia!
Non sa quanto i suoi ideali siano “banderuole”
Puoi nasconderti dietro a ciò che vuoi, puoi scegliere di non essere ebreo, potevi dire anche questa di cazzata.
Si chiama libertà(e rispetto) di pensiero.
Non ti preoccupare che gli idioti, come gli esempi riportati, ci sono con qualsiasi colore, quindi chi ha questo atteggiamento è semplicemente un ipocrita!