Fino a 500€ di multa per chi non vaccina i propri figli.
È quanto accade a Rimini, e non una tantum ma per ogni giorno di frequenza fuori regola. Il sindaco Andrea Gnassi (Pd) negli ultimi mesi ha compiuto un lavoro straordinario su questo aspetto, informando in modo capillare tutti i genitori. Così facendo la città è passata in un anno (nelle scuole comunali) da 120 casi a 20 di bambini non vaccinati e ha anche tagliato tutti i fondi alle scuole paritarie che si rifiutano di mettersi in regola. Ovviamente sui social si è scatenato l’inferno: “Questo è fascismo”, “Non c’è rispetto per il parere degli altri”. Ma è davvero così?
C’è un’idea molto diffusa in questo Paese, e in particolare su Facebook, ed è quella per cui un’opinione debba essere sempre rispettata. Innanzitutto, bisognerebbe chiedersi se ciò che si sostiene è realmente un’opinione oppure se è semplicemente falso. Un’opinione è una preferenza per qualcosa: il mio colore preferito è l’amaranto, preferisco il freddo al caldo, meglio la vasectomia di un film di Lars Von Trier. Queste sono tutte opinioni, e non sono contestabili. Se invece scrivete che i vaccini causano l’autismo o che di morbillo non si muore, state dichiarando qualcosa di falso, non è più un parere, e il fatto che qualcuno continui a ripeterla non sposta una cazzata nel regno dei pareri validi e neppure il fatto che molti altri la condividano gli conferisce credibilità. Esistono anche persone che negano l’olocausto, ma questo di fronte alle foto, ai filmati e alle testimonianze dirette non rende il loro parere accettabile. “Ma non c’è nessuna emergenza sanitaria!“, “Io non vedo nessuna epidemia“, “Vogliamo la libertà di coscienza“. A parte il fatto che non è vero: nella sola Toscana abbiamo una media di 3 casi al mese di meningite e col meningococco C non c’è da scherzare, si può diventare sordi, perdere l’uso degli arti, nel 20% dei casi si muore. Secondariamente se non c’è un’epidemia è proprio perché fortunatamente la maggior parte delle persone si vaccina, così come la maggior parte dei motociclisti usa il casco e a nessuno verrebbe in mente di discuterne l’obbligatorietà in virtù del fatto che abbiamo già salvato abbastanza teste. Tu il casco te lo metti, e non solo per te stesso ma anche per quello che ti farà cadere e non avrà la tua vita sulla coscienza. Questa è l’unica “libertà di coscienza” cui dovremmo anelare: poter dire di aver fatto tutto il possibile per salvare la vita di chi ci sta intorno e se per ottenerla serve una multa, ben venga la multa.
Ettore Ferrini





