Un maschio può essere stuprato? Con buona pace di chi ci scherza sopra sgombriamo subito il campo da dubbi: la risposta è sì.
Un maschio può essere vittima di stupro esattamente come una donna. L’argomento è tornato alla ribalta in questi giorni in virtù dell’insegnante di Prato indagata per l’abuso d’un suo studente quattordicenne: “Mi voleva sempre per sé. Le gridavo di lasciarmi in pace, le dicevo che non volevo più stare con lei e allora mi ha detto che quel figlio che ha partorito non era del marito ma mio”. Basterebbero queste poche parole per comprendere il punto: l’abuso di potere non è una prerogativa del maschio e dunque può soccombervi nella stessa misura di una femmina. Anzi, a ben vedere, se l’abusante è una Lei i danni psicologici sono perfino superiori perché l’idea di essere dominati da una donna è generalmente considerata una vergogna, legata alla mancanza di virilità, e questo da luogo a due problemi: il primo è che le denunce da parte degli uomini risultino pochissime, impedendoci di valutare la vera entità del fenomeno, il secondo è che gli uomini abbiano molte più difficoltà a parlarne in terapia.
L’argomento principale dei detrattori, Feltri in primis, si basa su una falsa credenza: un uomo non può avere un’erezione non consensuale. In realtà non è così, esistono molti studi che dimostrano il contrario, si può avere un’erezione in situazioni di forte stress e perfino subendo sesso anale ma non è questo il focus della questione: lo stupro non ha a che vedere col sesso ma con l’esercizio di potere. Qualche tempo fa per esempio, nel New Jersey, un’insegnante di chimica costrinse uno studente di 16 anni a praticarle sesso orale per ottenere buoni voti; dovremmo dunque concludere che semplicemente perché il giovane nell’atto sessuale svolgeva un ruolo attivo non si trattasse di violenza? No, era comunque sfruttamento di posizione dominante, abuso di potere, e dunque stupro.
Eppure siamo circondati da persone che al solo sentir parlare di uomini stuprati da donne si mettono a ridere, non sono nella posizione neanche di concepire che un maschio possa essere debole, fisicamente o psicologicamente, al punto di essere schiacciato da una donna. L’assurdo è che questa forma mentis è figlia delle stesse logiche patriarcali che danno origine alla violenza sulle donne, della quale però si parla in continuazione e alla quale si dedicano (giustamente) giornate e manifestazioni. Il punto è che qualsiasi atto sessuale compiuto sotto violenza o minaccia dovrebbe essere stigmatizzato e punito, indipendentemente da chi lo compie e al momento non è così. Ora le scelte sono due: possiamo attendere che, come avviene per molte androfobe che si dichiarano “femministe”, si crei un movimento di maschi che identifichino nella donna il Male assoluto, oppure possiamo evolverci e cominciare a parlare di violenza sessuale come di un fenomeno che colpisce le persone deboli. Anche quelle che hanno un pene.
Ettore Ferrini





