Impeachment una sega 1


 

di Ettore Ferrini

 

Il Movimento 5 Stelle, che già aveva tentato l’impeachment contro Napolitano nel 2014 adesso intende riprovarci con Mattarella. Posto che l’impeachment in Italia non esiste, così come non esiste il “premier”, la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica in effetti è prevista nel nostro ordinamento, ma solo in caso di alto tradimento e attentato alla Costituzione. Ora, come si possa considerare un attentato alla Costituzione rifiutare l’incarico a un ministro lo sanno soltanto Di Maio e la Meloni, dato che l’articolo 92 non lascia spazio a dubbi su chi debba nominare i ministri: Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.




Si pensi che non ci riuscì neanche il PDS contro Cossiga, padre della Gladio, un’organizzazione militare clandestina (quella sì, ben oltre la Costituzione), nata per proteggerci dai “comunisti” e di cui faceva parte gente come Vito Ciancimino, mafioso corleonese. Figuriamoci se Mattarella, che svolge semplicemente le sue funzioni, possa essere accusato di alto tradimento; anzi, se c’è stata qualche sbavatura da parte sua semmai è avvenuta prima, quando ha consentito per mesi che il programma di governo venisse discusso in forma privata e per giunta prima che il Presidente del Consiglio fosse nominato. In sostanza, così come si pretendeva che Conte fosse mero esecutore di politiche decise da altri (e questo sì che è incostituzionale, visto che l’articolo 95 dice che il Presidente del Consiglio “dirige la politica generale e ne è il responsabile”), si voleva che anche Mattarella (professore di diritto parlamentare) si limitasse a fare il notaio e lasciasse campo libero ai due grandi statisti faticosamente diplomati al liceo classico. Così non è stato, perché il Presidente della Repubblica non è una specie di cerimoniere che conferisce medaglie ma è – secondo l’articolo 87 – il capo dello Stato, colui che autorizza la presentazione dei disegni di legge del Governo, che promulga le leggi ed emana decreti legge e regolamenti, che indice i referendum popolari, che nomina i funzionari dello Stato, che ratifica i trattati internazionali, che ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa, il Consiglio superiore della magistratura, colui che può concedere la grazia e commutare le pene nonché dichiarare lo stato di guerra. Insomma, tutto è fuorché una marionetta nelle mani dei partiti. E fortunatamente.
Sono assolutamente legittime le critiche al Presidente della Repubblica, così come lo sono quelle verso qualsiasi istituzione, ma lasciatemelo dire: impeachment una sega.
E dai.

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