MESSAGGIO PER I GRILLINI: le parti in blu e in rosso sono i links alle fonti, dovete cliccarci sopra, se non capite qualcosa fatevi aiutare dai vostri genitori.
E così Luigi Di Maio, quello della “lobby dei malati di cancro“, del “Venezuela di Pinochet“, dei “taxi del mediterraneo“, ha in mano le redini del Paese.
Pare lontanissimo l’8 marzo del 2010, quando apparve su Youtube il suo primo video propagandistico, grazie al quale prese ben 59 preferenze, non venendo eletto, o quando alle “parlamentarie” ottenne 189 likes (quasi tutti i parenti), diventando deputato!
Acqua passata, adesso Di Maio è l’uomo del momento e insieme a lui, a decidere della nostra sorte, Matteo Salvini, quello che “la Grecia ha solo la feta e qualche isoletta” mentre i napoletani puzzano e hanno il colera. Non riesco a immaginare amico migliore per iniziare questa grande avventura.
Di Maio è quello che da 5 anni va predicando il vincolo di mandato e la prima cosa che ha fatto dopo le elezioni è stata chiedere a Salvini di violarlo per mettersi con lui, già, perché gli elettori avevano votato la Lega all’interno di una coalizione, che aveva un programma condiviso, ma evidentemente esistono anche i tradimenti a fin di bene, specie se a guadagnarci è lui.
Di Maio è quello che vuole uscire dall’euro, anzi no.
È quello che al massimo due legislature e poi a casa, anzi no.
È quello che restituisce metà stipendio, anzi no, vabbè, una cosa però è certa: Di Maio dichiara 98.471 euro all’anno.
Il che, per un trentenne senza una laurea, senza nessuna esperienza lavorativa e che deve riscrivere un tweet tre volte prima di riuscire a coniugare un congiuntivo non è affatto male.
Ma siete seri?
Non clicco sulle scritte in blu per non rovinarmi il fegato, il ricordo di certe cacate è ancora troppo vivo in me per essere ravvivato.
No