Letterina a Beppe Grillo 6


Letterina a Beppe Grillo
di Ettore Ferrini

Roma, 2018. Possibile che ancora qualcuno utilizzi le disabilità o le malattie per insultare gli avversari politici? Pare di sì.




Beppe Grillo, durante il suo consueto show in occasione della manifestazione Italia a 5 Stelle , ha detto: “L’autismo… c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è la sindrome di quelli che farfugliano e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che stanno dicendo“. Ora; non che mi attenda molto da chi ha già subito una condanna per aver dato della vecchia puttana a un premio Nobel, però stavolta al Beppone nazionalpopulista vorrei davvero dire due paroline. Vede Grillo, ci sono persone, molte, che la sindrome di Asperger la vivono con una dignità che lei si sogna. Perché mai dovremmo considerarla un’offesa? Quante persone conosce con questa o altre forme di autismo che come lei siano state condannate per omicidio plurimo? Io nessuna. Curioso, no? Forse dovrei usare il suo nome per insultare gli altri. Quante ne conosce che abbiano approfittato della loro situazione per stuprare ragazze o molestare minori? Là fuori, invece, c’è gente in divisa o in tonaca, perfettamente normodotata, che sarebbe molto più indicata da prendere come esempio quando si ragiona di personaggi stupidi e dunque nocivi. Però lei no, lei preferisce paragonare chi non la pensa come lei a un disabile, perché evidentemente è una categoria che disprezza e questo non sarebbe neanche rilevante se sotto quel palco non ci fossero state migliaia di persone ad applaudire i suoi vaniloqui, senza contare che fra di loro ci poteva pure essere qualcuno che la sindrome di Asperger ce l’aveva sul serio. Le darò un consiglio, anche se non richiesto: c’è qualcosa di molto più invalidante dell’autismo e si chiama “ignoranza”, ecco, io fossi in lei prenderei per il culo quelli lì, gli ignoranti. Fino al 4 marzo vi era riuscito benissimo.

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6 commenti su “Letterina a Beppe Grillo

  • andrea frasconi

    ….ti leggo sempre volentieri, le tue analisi sono un soffio d’aria fresca in questi miasmi (P.S.: ho cliccato sui banner. Non lo faccio mai ma per te sì)

  • Maria Cristina Viti

    Ccondivido parola per parola,finanche le virgole e i punti.
    Grazie Ettore Ferrini per la sua pacatezza, io avrei riempito 5 pagine di improperi.
    Mcristina Viti

  • alfonso soldani

    Mi sembra ci sia molta, anche troppa confusione.
    Quando faceva il comico, Grillo era bravo, ma la sua volgarità non piaceva a tutti e gli è costata qualche ostracismo, anche eccessivo e che è sembrato un bavaglio istituzionale, perciò è capitato che fosse sostenuto anche da chi, come me, non lo apprezzava particolarmente.
    Un comico sostenuto per motivi politici: forse questo ha contribuito alla sua nuova attività.
    Oggi, Grillo fa il ridicolo e si pone a capo di un movimento politico; non so se sia una professione, perché non so se riscuota compensi per la sua attività o possa permettersi di vivere di rendita, ma è considerato un referente; io credo che gli applausi ai suoi show siano garantiti da questo: un politico si applaude a prescindere, anche se è ridicolo e non più comico, perché chi lo ascolta vuole sentire le stupidaggini che dice, in fondo le conosce già e aspetta le battute, come le gags nei film di Stanlio e Ollio. Non ha nessuna importanza ciò che dice, se non per i giornalisti, che sono lì per lavoro, anche se la pensano diversamente, ma i giornalisti e gli oppositori in genere non contano, proprio perché, anche quando sono indipendenti, vengono considerati oppositori e quindi non contano, perché criticano per partito preso, qualsiasi cosa dicano.
    Ne consegue che, ora che è ridicolo, Grillo abbia più successo di quando era comico, ma non perché piaccia la sua performance, solo perché sostiene posizioni preconcette, che nella pratica non vengono più rispettate e neppure ricordate da Di Maio e dagli altri rappresentanti politici del movimento, ma restano a fondamento teorico di un’idea che non è stata tradotta in pratica, ma qualcuno finge ancora di non accorgersene.
    Poi, si applaudono anche i politici che fanno cose diverse da quelle che dice Grillo.
    C’è molta confusione.

  • Giuseppe Pinna

    Grillo prende per il culo gli ignoranti;
    Grillo è ignorante;
    Grillo prende per il culo se stesso!
    Esempio di sillogismo perfetto!